La valutazione del rischio d’incendio e gli impianti di protezione attiva:il punto di vista di un costruttore
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SV sistemi di sicurezza anche quest’anno è stata presente al Forum Prevenzione Incendi 2016 con nuove SOLUZIONI per i sistemi elettronici antincendio. Identificare nuove soluzioni per migliorare gli impianti antincendio e un lavoro lungo e costoso, tuttavia SV sistemi di sicurezza è sempre in prima linea con la sua ricerca e sviluppo per la continua ricerca di soluzioni atte a migliorare la correlazione degli impianti di rilevazione Incendio-Gas e Spegnimento, riducendo sempre di più tempi e costi sulle installazioni.
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Al forum prevenzione incendi 2016 nelle salette adibite alle presentazioni, tutti i professionisti della sicurezza hanno riscontrato molto interesse al seminario tenuto dal nostro Ingegner Fabio Massimo Turani : “La valutazione del rischio d’incendio nelle attività industriali e il suo impatto sulla scelta e le prestazioni degli impianti di protezione attiva, di cui la nostra Azienda si occupa ormai da ventisette anni”.
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In sintesi si è discusso dell’attribuzione del compito della valutazione dei rischi, la scelta dei livelli di prestazione e della correlazione tra gli impianti di protezione attiva e le misure preventive.
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LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO VIDEO |
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Per ciò che concerne il compito della valutazione dei rischi, l’attuale norma vigente Il Codice di Prevenzione Incendi (D.M. 3 agosto 2015) lo attribuisce al progettista, il quale, dopo aver individuato il profilo di rischio e aver scelto una strategia di mitigazione, presenterà l’istanza di valutazione del progetto e, dopo l’approvazione, delegherà l’installatore nell’implementare le soluzioni progettuali previste, attendendo la dichiarazione di conformità o la dichiarazione di corretta installazione con i relativi allegati. |
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A nostro avviso, il legislatore non ha considerato fino in fondo che l’analisi dei rischi in ambito industriale richiede un team con competenze diversificate, perché la conoscenza del processo e delle sue innumerevoli specificità non può che coinvolgere il responsabile dell’attività nonché il responsabile del servizio prevenzione e protezione, il direttore della produzione, il caporeparto, il referente per la manutenzione, talora persino altri professionisti con competenze specifiche (elettriche, chimiche, meccaniche, ecc.). |
In primis, l’attribuzione al progettista del compito di svolgere la valutazione del rischio. A nostro avviso, il legislatore non ha considerato fino in fondo che l’analisi dei rischi in ambito industriale richiede un team con competenze diversificate, perché la conoscenza del processo e delle sue innumerevoli specificità non può che coinvolgere il responsabile dell’attività nonché il responsabile del servizio prevenzione e protezione, il direttore della produzione, il caporeparto, il referente per la manutenzione, talora persino altri professionisti con competenze specifiche (elettriche, chimiche, meccaniche, ecc.).
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La scelta dei livelli di prestazione è fortemente legata alla valutazione dei rischi, che dovrebbe definire precisamente quali ambiti dell’attività siano interessati, quali tecnologie debbano essere impiegate, e i parametri di progetto di questi impianti. Spesso la valutazione dei rischi è effettuata in fase di offerta e in tale modo il maggiore parametro di valutazione è il prezzo. Per evitare ciò bisognerebbe effettuare l’analisi del rischio e la scelta dei livelli di prestazione, prima di un’offerta economica. |
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Per quanto riguarda il terzo aspetto trattato al seminario, l’esperienza di alcune industrie (es. alimentare) e le numerose linee guida disponibili insegnano che una comprensione approfondita del processo, conduce all’ introduzione di un numero di misure preventive ben superiore a quelle di protezione attiva, che assumono una funzione di carattere complementare. |
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